Perchè separare la carica di magistrato da quella di giudice

Un qualsiasi provvedimento del governo rivolto contro la magistratura, senza la separazione delle due carriere, influirà sia sui giudici, sia sui magistrati.

Ciò significa che se il governo ed il parlamento, grazie alla solidarietà dei partiti verso i proprio onorevoli e senatori con processi in corso o con cause passate in giudicato, decidessero di legiferare contro il buon funzionamento del potere esecutivo (taglio personale, taglio fondi per strutture, taglio protezione da gruppi terroristi/eversivi, taglio fondi per sostentamento delle pratiche,....), ciò influirebbe sia nei confronti delle cause promosse dalla magistratura, sia nei confronti delle cause promosse dai singoli cittadini (denunce fra cittadini, sanzioni penali per incidenti, ...).
In altre parole i cittadini farebbero le spese di qualsiasi tentativo di comandare la magistratura da parte del potere legislativo, e ciò influirebbe in campagna elettorale.
Separando le carriere invece è possibile distinguere fra le cause di minore importanza, in un certo senso, che vedono i cittadini coinvolti direttamente e le cause di non minore importanza, che vedono i cittadini coinvolti indirettamente.

Ognuno ha una propria percezione dell'importanza di un fatto.
Una denuncia contro un ladro trovato a casa propria, per il diretto interessato il derubato ha molta importanza.
L'essere una causa diretta di dolo è ciò che rende importante l'azione giudiziaria.
Al contrario azioni giudiziarie indirette sono percepite come di minore valore dall'italiano medio, ma non è detto che siano di minore importanza.
Se qualche amministratore corrotto permette la sottrazione di fondi statali per milioni di euro, questi soldi sono sempre da rapportare al costo che ogni singolo cittadino dovrà sostenere con le tasse.
A ciò si aggiunge il costo dell'azione giudiziaria e per le indagini.
Sebbene circa 55.000.000 di italiani permettano di ridurre notevolemente il costo pro capite, l'estensione di vari casi di truffa e la non uguaglianza presente fra chi se ne avvantaggia e chi no, dovrebbero mettere tali azioni giudiziarie indirette in forte rilievo per ogni singolo cittadino, alla pari di questioni attinenti alla sola sfera privata.

Ironia della sorte, l'italiano medio si lamenta spesso dei soldi che la politica ruba grazie ai poteri acquisiti per carica, riuscendo pure a sostenere che sia doveroso separare le carriere dei giudici-magistrati.

Un altro errore dell'italiano medio è credere che sia giusto riformare il sistema di raccolta delle informazioni con le intercettazioni.
Tale metodo non sembra aver dato alcuna prova di difetto, ed anzi è stato esemplare in recenti casi di connubio mafia-politica per svelare imbrogli, truffe ed incastrare politici corrotti (vedi Bancopoli, sparita da quasi tutti i telegiornali).
Delle intercettazioni hanno fatto uso molti giornali politicizzati per portare a destra od a sinistra l'elettorato, usando lo scandalismo e il fragore dell'avvio di indagini (aspetto del tutto normale per un potere giudiziario ben-funzionante), nel pieno menefreghismo del fatto che sta al giudice il giudizio sui fatti così come previsto da costituzione e non all'informazione/giornalista o al pubblico medio che legge/guarda un giornale politicizzato o l'altro.
Se è l'informazione che sfrutta in malo modo le intercettazioni per fare politica di destra e politica di sinistra per quale motivo deve essere la giustizia ad essere riformata? o la raccolta delle intercettazioni (potere esecutivo)?

In uno stato democratico così come previsto un secolo fa, sono tre i potere riconosciuti costituzionalemente: potere esecutivo, potere legislativo e potere giudiziario.
Per evitare l'insogere di dittature o delle più recenti democrature tali poteri sono separati!
Se si immagina che a tali poteri con l'evolversi della civiltà umana, vengano aggiunti altri poteri statali, per esempio il potere dell'informazione, non si può quindi precludere l'idea che questo potere esterno a quanto previsto dalla costituzione venga sfruttato da chi fa parte di uno dei poteri riconosciuti al fine di ottere un proprio fine.
In altre parole, l'uso del nuovo potere informativo, esterno, non normato dalla costituzione e non separato dai poteri legislativi, esecutivo e giudiziario può essere sfruttato per esempio dal potere legislativo al fine di influire e comandare sul potere giudiziario e esecutivo.
Tale difetto insito in qualsiasi ordinamento repubblicato e democratico del mondo, può essere percepito anche nelle classiche democrature o dittature in cui vi è un ferreo controllo dell'informazione.
Superare ciò significherebbe in primo luogo estendere il concetto di democrazia costituzionale ad una versione migliore, più recente che tenga contro dell'evoluzione della società umana degli ultimo due secoli.

Perchè chi studia scienze politiche od i giuristi non affermino ciò è un mistero.

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